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I selfie come non li hai mai visti: la scienza dietro le foto che posti

In un mondo sempre più dominato dai selfie sui social media, gli psicologi Tobias Matthias Schneider e Claus-Christian Carbon dell’Università di Bamberg hanno condotto uno studio innovativo che esplora il significato complesso di questi autoritratti digitali. Pubblicata su Frontiers of Communication, questa ricerca pionieristica si concentra non tanto sul significato originale delle foto, ma piuttosto sulle interpretazioni degli osservatori. Attraverso un’indagine accurata, i due esperti cercano di delineare una nuova metodologia per esplorare le reazioni istintive scatenate dai selfie nel nostro mondo digitale quotidiano.

L’analisi condotta da Schneider e Carbon si basa su un campione di 132 volontari, i quali hanno espresso le loro impressioni immediate su una selezione casuale di 15 selfie provenienti da un archivio online chiamato Selfiecity, che contiene oltre mille immagini. I commenti raccolti sono stati esaminati per identificare le caratteristiche dei selfie che generano interpretazioni specifiche. Sorprendentemente, i risultati hanno rivelato che certe categorie di immagini tendono a evocare reazioni simili tra gli osservatori.

Lo studio classifica i giudizi raccolti in cinque grandi categorie: estetica, immaginazione, tratti della personalità, stato emotivo e teoria della mente. Ad esempio, le foto che stimolano apprezzamenti estetici spesso presentano soggetti con pose o trucchi originali, mentre quelle che evocano immaginazione sono spesso collegate a luoghi suggestivi o a abbigliamenti specifici. Ancora più interessanti sono i commenti appartenenti alla categoria della teoria della mente, che rivelano supposizioni sui pensieri e le motivazioni degli autori dei selfie, dimostrando quanto sia complessa l’interpretazione dell’identità e degli stati interiori delle persone attraverso i loro autoritratti digitali.

Nonostante l’innovatività del lavoro di Schneider e Carbon, gli autori stessi riconoscono che le interpretazioni dei selfie possono variare notevolmente a seconda della cultura di riferimento. Tuttavia, il loro studio getta le basi per nuove ricerche in questo campo, dimostrando come i selfie possano essere un potente strumento di comunicazione e rappresentazione dell’identità personale.

Questo studio pionieristico ci invita a riflettere sul potenziale impatto dei selfie nella nostra società sempre più digitale. Le immagini, apparentemente semplici autoritratti, veicolano in realtà molte più informazioni di quanto si possa immaginare. La capacità di evocare emozioni, suscitare domande sulla personalità e persino suggerire i pensieri delle persone apre un mondo di possibilità per la comunicazione e la comprensione reciproca.

In un’epoca in cui le immagini sono spesso condivise più delle parole, l’analisi dei selfie può aiutarci a comprendere meglio come ci rappresentiamo online e come gli altri ci vedono attraverso queste immagini. I selfie possono diventare uno strumento potente per esplorare la psicologia umana e la comunicazione interpersonale in un contesto digitale in continua evoluzione.

In conclusione, lo studio di Schneider e Carbon offre una visione affascinante del mondo complesso dei selfie e delle interpretazioni ad essi associate. Ci invita a riflettere su come le immagini digitali influenzino la nostra percezione di noi stessi e degli altri, aprendo nuove prospettive di ricerca nell’era dei social media e della comunicazione digitale.

Marco Costa
Marco Costa
Ciao a tutti sono Marco Costa, originario di Milano ma ormai da alcuni anni vivo a Firenze... trasferito per amore... sono laureato in scienze politiche e già dai tempi dell'università ho sviluppato una passione per gli argomenti di carattere economico e politico. Tra gli hobby il calcio e la vela.
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