Roberto Vecchioni, ha deciso di rispondere e commentare l’appello di Chiara Ferragni in merito alla sicurezza della città di Milano. Ieri l’imprenditrice digitale ha postato una storia su Instagram in cui, appellandosi al sindaco Beppe Sala, ha denunciato la situazione di criminalità incontrollata in cui vesserebbe Milano.
La Ferragni elenca diversi episodi tra cui le rapine in casa, nei negozi e le aggressioni in strada, e a nome di tutti i cittadini scrive che nessuno si sente più al sicuro e che tutti temono per l’incolumità dei propri figli. Un messaggio forte in cui Chiara ha taggato direttamente il sindaco, in modo che il suo gesto abbia un peso e si possa fare qualcosa in merito.
Roberto Vecchioni però non è dello stesso avviso e in una lunga intervista rilasciata ieri al “Corriere della Sera” ha spiegato le ragioni dietro alla sua opinione.

L’intervista di Roberto Vecchioni
Il cantautore Roberto Vecchioni ha dichiarato alla giornalista Agostino Gramigna di non sapere dell’appello della Ferragni al sindaco. Ma dopo aver letto le sue parole non si è trovato d’accordo con quanto scritto dall’imprenditrice digitale. La situazione fuori controllo descritta dalla Ferragni, a Roberto Vecchioni non sembra verosimile.
“Non sapevo della denuncia della signora. Non voglio entrare nel merito delle sue opinioni. Ci mancherebbe.” E prosegue: “Credo tuttavia che dall’amministrazione di Giuliano Pisapia si siano fatti grossi passi in avanti su questo tema e mi pare sia sotto gli occhi di tutti. Naturalmente ogni cosa è perfettibile”.
Roberto Vecchioni continua affermando che la situazione di Milano così come il suo tasso di criminalità, non sono discostanti da quello di qualsiasi altra metropoli italiana. Anzi, secondo il cantautore, Milano si annovererebbe tra le città meno pericolose, paragonata ad altre realtà.
“È troppo facile dire che non si è fatto nulla. Metto Milano in un contesto più generale… Se penso ai fenomeni di cui si parla, e di cui Milano sarebbe accusata, dico che sono simili quelli che ci sono a livello nazionale… Forse però a Milano ce ne sono meno”.
In ultimo Vecchioni aggiunge un pensiero in merito alla polemica sui radical chic che “non si accorgono” del problema della criminalità: “Lasciamo stare i radical chic. Chi sono? La realtà è più complessa. Ho vissuto gli anni ’70. Il clima allora sì che era spaventoso.”