L’IGAE rileva che fino a marzo l’Amministrazione ha effettuato pagamenti solo per 680 milioni dei 27.000 milioni previsti per quest’anno. Per l’impiego dei fondi europei Next Generation quest’anno, la verità è che tra gennaio e marzo di quest’anno l’Esecutivo ha effettuato solo pagamenti per un valore di 682,8 milioni di euro, su un totale di 26.900 milioni che sono stati preventivati per l’anno.
Quello che è chiaro e che è necessario uno sforzo di trasparenza e coordinamento tra tutti i settori delle Pubbliche Amministrazioni per rendere accessibili le informazioni richieste nell’ambito della comunicazione della Commissione Europea del 2 marzo 2022. In particolare, queste informazioni si riferiscono all’attuazione dei fondi del piano di ripresa in termini di conti nazionali nell’orizzonte del programma di stabilità, che è molto utile per valutare l’impatto economico di ogni Stato facente parte dell’Unione Europea.
In risposta all’AIReF pubblicato pochi giorni fa, si sostiene appunto che le Statistiche di esecuzione del bilancio IGAE rispettano l’obbligo dell’articolo 135 della Legge di bilancio generale di mettere a disposizione delle Corti Generali di ogni Paese le informazioni sull’esecuzione, che includono informazioni sull’esecuzione del Piano di risanamento al 31 marzo 2022.
Per quanto riguarda l’Italia poi se nell’arco temporale tra il 2014 e il 2020 ha ottenuto da Bruxelles circa 72 miliardi di euro, ma i fondi utilizzati per investimenti e strutture, ad oggi sono pari solo a 17 miliardi. In questi sei anni dunque si è riusciti ad impiegare un miliardi di euro (certificati) ogni 4 milioni erogati dai fondi europei. Ma qual è il problema? A quanto parte l’iter burocratico per l’utilizzo di questi preziosi fondi sembra essere molto laborioso e la burocrazia italiana particolarmente lenta e sembra non volersi velocizzare nonostante le difficoltà del Paese. Quindi ci si chiede quando potranno essere effettivamente utilizzati i restanti milioni di euro per poterli investire in strutture e servizi che servirebbero soprattutto al Sud che in genere ne beneficia di una quota pari all’85% del totale. Sarà quindi necessario accelerare i tempi in modo da poter recuperare i restanti fondi ed evitare di affondare.