A seguito della guerra in Ucraina iniziata il 24 febbraio dopo l’invasione russa oggi il mondo trattiene il fiato per via della crisi alimentare sullo sfondo. Migliaia di tonnellate di cereali e grano infatti restano bloccati negli scafi delle navi mercantili bloccati nei porti della costa meridionale ucraina che si affaccia sul Mar d’Azov.
Da qui le navi non possono proseguire in quanto il mare è stato minato e si rischia quindi una carestia su larga scala che potrebbe investire diversi paesi del mondo tra cui il Nord Africa e il Medio Oriente.
La Russia ha recentemente dichiarato di voler esportare qualcosa come 50 milioni di tonnellate di grano nei prossimi mesi, un aumento considerevole rispetto solo a un anno prima. Le esportazioni russe di grano al momento sono frenate dalle sanzioni decise dall’Occidente alla sua catena di approvvigionamento e al settore finanziario.
I russi da parte loro hanno detto nel periodo 2021-22 di avere già esportato qualcosa come 35 milioni di tonnellate di cereali, di cui 28,5 milioni di grano.

Entro la fine dell’anno agricolo, il 30 giugno, Mosca ha detto di auspicarsi di raggiungere i 37 milioni di tonnellate di cereali esportati. Non solo, per la stagione che inizia il 1° luglio 2022 i russi stimano di poter esportare qualcosa come 50 milioni di tonnellate di cereali con un raccolto complessivo del 2022 che sarà di 130 milioni di tonnellate contro i 121,4 milioni dell’anno precedente.
Intanto le autorità russe hanno stimato che già oggi qualcosa come 1,5 milioni di ucraini sarebbero arrivati in Russia in fuga dalla guerra in Ucraina. Insomma, se il conflitto non dovesse arrestarsi in tempi brevi i rischi di un espandersi della crisi diventa sempre più concreto e il timore di molti è che la crisi possa investire molti dei paesi del Terzo Mondo per quanto riguarda la fornitura di cibo.
Il segretario di Stato americano Blinken, da parte sua, ha invitato governi e organizzazioni internazionali a coordinarsi per costringere la Russia a creare dei corridoi umanitari per risolvere il problema degli approvvigionamenti alimentari.